Elezioni europee: i capilista non andranno a Bruxelles. Vannacci ultimo nel Nord Ovest

Il discusso generale sarà capolista al centro e al Sud

Le elezioni dell'otto e nove giugno saranno un Gran Prix all'ultima preferenza tra i leader, cui pochi si sono sottratti.

Perchè i capilista non andranno a Bruxelles

In palio un posto nell'emiciclo di Strasburgo, dove però i numeri uno dei partiti non andranno mai, perché ancora una volta in Italia, al contrario di quanto avviene nel resto dell'Unione, le europee si trasformeranno in sondaggio sul gradimento personale.

I candidati

Sarà in pista, capolista di Fratelli d'Italia in tutte e cinque le circoscrizioni, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, o confidenzialmente Giorgia, da votare con il solo nome di battesimo, come suggerisce la stessa premier, ben visibile nel simbolo.

Sarà della partita il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, candidato al primo posto in tutta Italia, isole escluse, nella lista che, nel nome del PPE, raduna anche Noi Moderati e SVP, in un contrassegno che evoca anche il fondatore Silvio Berlusconi.

Sul versante opposto Elly Schlein guiderà il PD al centro e nelle isole, presenza circoscritta dopo le polemiche intestine che hanno stoppato l'iscrizione del nome della segretaria nel simbolo.

Sarà in gara per Azione, in tutte le circoscrizioni anche Carlo Calenda. Malvolentieri - assicura lui, che aveva ripetutamente bollato come una presa in giro la candidatura dei leader di partito, che poi all'Europarlamento non ci andranno. Non mi posso sottrarre, se ci sono Meloni e Schlein - spiega, valutando l'effetto di trascinamento del suo nome sui consensi della lista, da portare oltre l'asticella della soglia di sbarramento del quattro per cento.

Un'inversione di rotta su cui ironizzano i concorrenti al centro di Italia Viva, per questa tornata elettorale nel Rassemblement Stati Uniti d'Europa, con più Europa, Radicali, Socialisti. Ma alla fine ha sciolto la riserva anche Matteo Renzi, che sarà candidato in quattro circoscrizioni su cinque, ma non capolista. Sarà in ultima posizione.

Ben più breve la lista dei leader che non saranno candidati: il segretario della Lega Matteo Salvini, il cui nome è comunque nel simbolo della Lega, quelli di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e il Cinquestelle Giuseppe Conte.

Il nome dell'ex premier pentastellato non è nel simbolo, dove è in evidenza la parola pace. Sceglie una linea di navigazione prudente, quasi a sottrarsi al fixing sulle leadership. Non c'è posto in lista per gli ingombranti Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, ex sindaca di Roma, ma solo - al Sud - per Pasquale Tridico, che alla guida dell'INPS gestì il reddito di cittadinanza.

Tra i nomi in evidenza per Fratelli d'Italia Vittorio Sgarbi, per Forza Italia Caterina Chinnici e Alessandra Mussolini, per il PD l'ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Verdi e Sinistra puntano su Ignazio Marino e Mimmo Lucano.

Una candidatura che fa discutere, quella di Ilaria Salis, l'attivista antifascista accusata di aggressione detenuta in Ungheria, che l'elezione potrebbe portare fuori dal carcere. Fa discutere sul versante opposto la candidatura del generale Roberto Vannacci con la Lega, in tutta Italia. Sarà capolista al centro e al Sud, e addirittura ultimo nel Nord Ovest.

 

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