Ricambi d'auto falsi. A Torino la GdF ne sequestra 500mila

  Vitali per le indagini anche le banche dati  

Ricambi d'auto, falsi. La contraffazione arriva anche in questo settore, travalicando quello classico dell'abbigliamento. A scoprire la lucrosa produzione la Guardia di Finanza a Torino. 

I pezzi sequestrati

Circa 500mila i pezzi di ricambio per auto sono stati sequestrati nell''operazione delle Fiamme Gialle. che hanno scoperto una vera e propria rete fra produttori e distibutori di pezzi di ricambio con i marchi contraffatti delle più note case automobilistiche italiane e straniere; sotto sequestro anche  macchinari e stampi che servivano all'illecita produzione.


 Vitali le banche dati per le indagini, svolte dal Nucleo di polizia  economico-finanziaria di Torino sotto il coordinamento della procura  della Repubblica del capoluogo piemontese. Nonchè i classici appostamenti  e indagini. Il sistema funzionava così bene che operava alla luce del sole: l'e-commerce era infatti un canale distributivo redditizio

 E naturalmente si era allargato su tutto il territorio nazionale dove sono poi arrivate le perquisizioni della GdF,  in  particolare modo in Piemonte, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata,  Lombardia e Toscana: nella tenaglia sono finite stabilimenti di produzione e rete di distributori all'ingrosso e al dettaglio relativamente non solo agli stabilimenti di  produzione piemontesi ma anche a tutti i rivenditori all'ingrosso e al dettaglio individuati.


I ricambi falsificati

      Copricerchi, coprimozzo, stemmi, elementi  ornamentali e tuning per carrozzeria, riproducenti - senza il possesso di alcuna licenza/autorizzazione - i marchi delle case  automobilistiche, questi i principali ricambi falsificati e che provenivano da 13 linee di produzione sistemate in capannoni industriali in  provincia di Torino. Linee pienamente operative e professionali, con diversi  macchinari per lo stampaggio, la pressatura, la verniciatura, la  serigrafia e la tampografia dei prodotti realizzati, ovviamente tutte sequestrate. 

Il tutto, fra pezzi di ricambio e le linee di produzione, per un controvalore di oltre 8 milioni di euro. Venti gli indagati che dovranno rispondere davanti  all'autorità giudiziaria, in concorso, di fabbricazione e commercio di prodotti contraffatti, con l'aggravante di averli commessi in modo  sistematico e attraverso l'allestimento di mezzi e attività  organizzate; c'è poi anche l'aggravante di ricettazione.

 

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