Il governo convoca i sindacati per esporre il pacchetto di misure che sarà discusso in Cdm

L'irritazione dei sindacati per essere stati messi di fronte al fatto compiuto

Come l'anno scorso, una convocazione alla vigilia del Consiglio dei Ministri per esporre il pacchetto di misure che sarà discusso domani dal governo. Come l'anno scorso la manifesta irritazione dei sindacati per essere stati messi di fronte al fatto compiuto, senza alcuna discussione su temi che riguardano i lavoratori.

I provvedimenti che l'esecutivo è in procinto di approvare viaggeranno su due binari: decreto coesione e delega fiscale.

I provvedimenti

Il primo rivedrà le regole di utilizzo fondi di coesione, che l'Italia fatica a spendere, soprattutto a causa della mancanza di coordinamento tra amministrazioni. Si tratta, per il 2021-2027, di 43 miliardi di euro, che con il cofinanziamento nazionale arrivano a oltre 70.

Ed è da lì che arriveranno parte delle coperture. In particolare, quelle per la decontribuzione sull'assunzione, tra il primo settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, di donne (disoccupate da almeno 24 mesi, che scendono a 6 se risiedono nelle zone economiche speciali) e under 35 che non hanno mai avuto un lavoro. Decontribuzione, che durerà due anni. E ce ne sarà una anche per i nuovi contratti a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno.

Misure confermate ai rappresentanti dei lavoratori dalla stessa Meloni, così come quelle riguardanti la delega fiscale a cominciare dal decreto attuativo contenente, tra le altre cose, l'indennità di Natale di 100 euro (valida, per il momento, causa assenza di coperture, solo per quest'anno) a favore di nuclei monoreddito (fino a 28.000 euro) con figli; dovrebbe poi essere esaminato anche il decreto interministeriale che sbloccherebbe la maxideduzione sulle assunzioni, prevista dal primo modulo della riforma fiscale. Deduzione al 120%, che salirebbe al 130% per alcune categorie di lavoratori. Si applicherebbe a tutte le imprese e agli autonomi.

Il piano industriale per l'ex Ilva

Ma i sindacati oggi sono stati convocati anche per essere messi a conoscenza del piano industriale per l'ex Ilva, pronto per essere presentato a Bruxelles, che dovrà poi dare il via libera ad un prestito ponte da 320 milioni di euro. 6 milioni di tonnellate di acciaio con gli attuali forni a carbone come obiettivo massimo al 2026. Costruzione, a partire dal 2025 di due forni elettrici per garantire almeno 4 milioni di tonnellate. Questi i punti principali.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, ha poi riferito che nella seconda metà di maggio sono state programmate delle visite negli stabilimenti di potenziali acquirenti.

 

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